gocce di finanza 13
“Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza.”
Lev Tolstoj
Scenario macroeconomico
Stiamo vivendo, sul lato macroeconomico, un periodo di estrema incertezza e di difficile valutazione futura. Il 28/4/2022 è stato pubblicato il dato sul PIL americano 1 trimestre 2022 che è sceso del -1,40% (attese degli analisti +1.10%) e dopo il +6.90% del quarto trimestre 2021. Il PCE (price index che misura l’inflazione è indicato al 7% dal 6,40% precedente).
Inoltre l’inflazione tedesca è risultata 7.40%, la più alta degli ultimi 40 anni.
Le stime di crescita mondiale sono state tagliate più volte.
Gli ultimi dati pubblicati danno una crescita del PIL mondiale per il 2022 del 3,30% contro 4.30% previsto. Il dato è ancora estremamente positivo ed evidenziamo che la Cina sta mettendo in atto stimoli per la crescita.
Tassi di interesse
Possiamo definire i responsabili delle banche centrale degli “equilibristi”. Dovranno riuscire a far rientrare l’inflazione senza provocare hard Landing (quello che in aviazione è un atterraggio duro). Il messaggio che trasmette la curva americana è che il tasso ufficiale che la Fed ritiene neutrale è intorno al 2,50% entro un anno, e che l’appiattimento delle curve degli ultimi mesi non necessariamente porteranno ad una recessione; i tassi reali sui bond saranno positivi (dopo anni di tasi reali negativi) con un obiettivo di 0,50%.
Situazione diversa per l’Europa, dove l’economia è impattata dal conflitto ucraino e dove l’inflazione sta crescendo, per cui le decisioni di politica monetaria potrebbero avere un impatto significativo sullo scenario macroeconomico.
Sarà importante bilanciare i rischi di strette monetarie eccessive che danneggino economie già alle prese con prezzi alti delle commodity e livelli alti di debito, ed al contempo attenzionare il lato inflazione, infatti un’inflazione lasciata correre troppo alla fine può causare tensioni sociali, in particolare per i prezzi troppo elevati di alimentari ed altri beni di prima necessità.
Mercato azionario
Lo scenario incerto, con tassi ufficiali in rialzo e tassi reali prossimi allo zero, non sono favorevoli ad un contesto positivo del mercato azionario. Il mese di aprile è stato debole con gli indici in calo. Inoltre aprile è il mese delle trimestrali, che possiamo definire in generale positive con tante società che hanno battuto le stime di consensus con fatturati in linea con le previsioni di crescita. Sulla parte utili notiamo che le società che sono riuscite ad alzare i prezzi causa inflazione hanno mantenuto utili costanti.
Comunque gli investitori stanno monitorando con attenzione i dati USA e Ue per capire come lo shock dell’Ucraina, sul lato dell’offerta, possa impattare la crescita; una cosa è sicura, data la dipendenza dalle materie prime russe l’Europa è destinata a essere colpita più dell’America, e lo si nota dalla sovra performance degli indici azionari USA rispetto all’Europa.
IN SINTESI…
- avere posizioni di è una scelta, che con lo scenario di inflazione più alta e tollerata dalle banche centrali, implica che accettare più volatilità del portafoglio.
- L’evoluzione della economia, verrà dettata dal fatto che ci sarà meno globalizzazione, con la probabile conseguenza di una crescita minore rispetto al passato, ma più sostenibile ed anche un’ inflazione più elevata delle medie storiche cui ci siamo abituati negli ultimi anni.
- E’ vero che il mondo futuro sarà più inflattivo, tuttavia saranno presenti spinte deflazionistiche, quali per esempio invecchiamento della popolazione per cui riteniamo che la inflazione verrà contenuta.
- Le banche centrali dovranno essere molto attente a non provocare la recessione nelle loro politica di normalizzazione dei tassi di interesse (in passato purtroppo abbiamo esempi di errori di politica monetaria)
- E’ ancora troppo presto per aumentare la duration nella zona euro. Oggi sono interessanti i tassi americani ma esiste il rischio della forza del dollaro. Sulla componente dei corporate e high yield non vediamo particolari motivi di preoccupazione sugli spread.
- Nell’equity bisogna privilegiare il mercato USA nonostante valutazioni più alte. Europa e Cina hanno valutazioni estremamente interessanti ma con problemi interni non risolvibili nel breve termine, a meno di importanti interventi della politica.
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