gocce di finanza 12
“Inflazione significa essere povero con tanti soldi in tasca.”
UGO TOGNAZZI
Proviamo a dare una definizione: per inflazione si intende un aumento progressivo del livello generale dei prezzi, e quindi una diminuzione del potere di acquisto della moneta, nella pratica significa che noi possiamo acquistare una serie di prodotti con una determinata quantità di moneta e se il valore della moneta diminuisce potremo acquistare meno beni.
Facciamo un esempio per semplificare: se al mondo ci fossero solo quattro beni, il pane, la pasta, la carne ed il vino e tutti costassero 5 euro al chilo e noi avessimo una rendita di 10 euro, potremmo acquistare 500gr di ciascun bene, ma se, per una carenza di farina, il prezzo del pane e della pasta salissero a 10 euro al kg, potremmo comprare meno di 350 gr di ciascun bene o dovremo rinunciare al vino o a qualcos’altro, se le nostre rendite non si incrementassero.
Perché fa paura l’inflazione alta? Perché con una stessa quantità di denaro in caso di inflazione alta possiamo acquistare una quantitativo inferiore di beni.
Questo considerando salari e remunerazioni del lavoro dipendente ed autonomo stabili, tutti ricorderanno che con la scala mobile, ovvero col sistema di indicizzazione dei salari all’inflazione questo effetto è stato quasi reso neutro, purtroppo però, aveva innescato, esso stesso, un meccanismo di spirale inflattiva negli anni 70 / 80.
Di per sé l’inflazione non è un male, ma non si deve innescare una spirale inflattiva, ovvero un incremento dei prezzi vorticoso; come, ad esempio, era capitato alla Germania durante la Repubblica di Weimar, nel 1923 una mela era arrivata a costare un miliardo di marchi, ed i prezzi cambiavano ogni ora, non vi era più un riferimento od una parità, questo fenomeno si chiama iperinflazione.
Inflazione deriva dal latino Inflatio che significa gonfiare, ovvero un aumento dei prezzi, e la conseguenza di una inflazione alta, ferme restando le altre componenti, è quella di una diminuzione del potere di acquisto
Di conseguenza la categoria di investitori più svantaggiata dall’inflazione sono i cosiddetti “rentiers”, ovvero i percettori di rendite, generate da investimenti a tasso fisso ed a lunga durata ed anche tutti coloro che mantengono la cosiddetta liquidità nelle disponibilità di cc, in quanto il reddito viene eroso dalla percentuale di inflazione. Supponiamo che per un anno l’inflazione sia del 5 % un capitale investito ad un tasso del 2 % si riduce del 3% ed addirittura la liquidità viene erosa di tutto il 5%
quali possono essere le cause dell’inflazione:
Aumento della domanda
Keynes riteneva che l’inflazione fosse causata da un aumento globale della domanda di beni e servizi, che fa alzare i prezzi. Quindi se abbiamo una domanda di beni superiore all’offerta logicamente i prezzi dei beni stessi salgono. Lo vediamo anche ad esempio quando un oggetto diventa di moda e tutti lo richiedono, allora il prezzo dell’oggetto sale. Questo di solito si verifica nelle economie in rapida crescita.
Aumento dei costi
L’inflazione è causata anche da un rialzo dei costi di produzione che le imprese devono sostenere. Ed è quello che è capitato in Italia con la scala mobile, il costo del lavoro continuava a crescere e si riverberava sui prezzi dei beni per permettere alle imprese di mantenere i propri margini di profitto.
Politica monetaria
La teoria monetarista dice che l’inflazione è causata anche da un eccesso di offerta di moneta nell’economia. Ed è una delle componenti attuali che determinano la crescita dell’inflazione. Il denaro stesso è oggetto di domanda e offerta. Se c’è troppa offerta, il prezzo di quel prodotto scende (ed è ciò che ha generato l’anomalia dei tassi negativi sul mercato monetario). Se il prodotto è il denaro, e troppa offerta di moneta porta il valore della moneta a scendere, il risultato è che i prezzi di tutti i beni e i servizi salgono.
In questo momento abbiamo un combinato disposto di tutti questi fattori: la scarsità di prodotti (vedi difficoltà negli approvvigionamenti) ha creato un aumento dei prezzi, causato anche dall’aumento dei costi di approvvigionamento (la guerra ha fatto salire il prezzo del petrolio e del gas con conseguente incremento del prezzo dell’energia) ed infine le banche centrali, che sino ad ora hanno alimentato di liquidità il mercato per sostenere la domanda, adesso stanno innalzando il costo del denaro, riducendo la liquidità presente sui mercati.
Quale è la possibile soluzione? tutto si giocherà sulla capacità delle banche centrali (ed abbiamo già avuto la dimostrazione quando Draghi era il presidente della BCE ed ha pronunciato il “whatever it takes”) di riuscire a mantenere la giusta quantità di moneta in circolazione per supportare adeguatamente la capacità produttiva del paese, nonché dalla capacità della classe politica di gestire la crisi, possibilmente tutelando gli interessi di tutti. Nei fatti vediamo che negli USA la Fed ha già aumentato i tassi, mentre per la BCE la politica sarà di aumento, ma più avanti vista la situazione di crisi legata al conflitto Ucraino, conteranno, ovviamente, molto anche le scelte politiche che verranno effettuate.
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