Una parola nuova, anzi in realtà una parola, che l’assalto a Capitol Hill a Washington DC mi hanno fatto tornare in mente e che vorrei condividere: OCLOCRAZIA
Che si può tradurre nel predominio politico delle masse, che fanno valere le proprie istanze con agitazioni di piazza, imponendosi sul potere legittimo e sulla legge stessa.
È una delle fasi dell’evoluzione dei cicli politici proposta da Platone in Grecia quando la Repubblica Romana era agli albori e le guerre puniche erano ancora ben lungi.
l’oclocrazia e una delle fasi della teoria dell’ anaciclosi, vale a dire un costante evolversi dei cicli politici che in maniera ciclica, in un processo di deterioramento, ritornano alla forma iniziale di partenza per poi riprenderne lo sviluppo: la monarchia cade nella tirannide, l’aristocrazia nella Oligarchia e, la democrazia nella oclocrazia
L’anaciclosi oppone tre forme di governo “positivo” (monarchia, aristocrazia e democrazia) che hanno alla base instabilità e debolezza e tendono a degenerare rapidamente (e storicamente possiamo affermare che i ricorsi sono innumerevoli) nelle tre forme di governo “negativo” (tirannide, oligarchia e oclocrazia)
la teoria afferma nei governi “positivi” sono privilegiati gli interessi di tutti, mentre i governi “negativi” privilegiano gli interessi di pochi.
Tutti i regimi sono sempre considerati transitori perché, a causa della corruzione politica, i primi tre si trasformano rapidamente e sempre in quelli negativi, in una costante alternanza evolutiva.
le lezioni di Platone sono state riprese e sviluppate da Polibio che scrive nelle sue “Storie” (40 libri che non invito a leggere) però invito tutti a riflettere su queste poche righe:
“Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza […], essi stimano più di ogni altra cosa l’uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell’abitudine, l’uguaglianza e la libertà di parola, cercano di prevalere sulla maggioranza; in tale colpa incorrono soprattutto i più ricchi. Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il popolo corrotto e avido di doni, la democrazia viene abolita e si trasforma in violenta demagogia.”
Infine propongo la soluzione proposta da Platone per risolvere il problema dell’ anaciclosi: l’elevazione culturale (e morale) della popolazione nel suo complesso al fine di avere, per quanto possibile, tutti gli stessi mezzi per la gestione dello Stato, una partecipazione che è servizio alla comunità, è per il progresso socio-economico dello Stato che in tal modo si avvale della potenzialità dei propri componenti. È tutto vantaggio dello Stato avvalersi delle migliori qualità della popolazione, maschile e femminile, mentre il contrario sarebbe a tutto danno dello Stato stesso. Nel libro di Platone “Repubblica” rende ancora più evidente questo concetto quando tratta della necessità della parità dell’educazione tra uomini e donne, dove l’istruzione fornita dallo Stato elimina a prori la differenza tra classi.
Torniamo, quindi, all’importanza della diffusione della conoscenza e della consapevolezza, del discernimento.