gocce di finanza 32
“OGNUNO DI NOI SIA IL FILTRO DELLE PROPRIE SCELTE”
In questo periodo di incertezza molti pongono attenzione ai dati sulla disoccupazione, dell’inflazione, del PIL in calo, e di tutta una serie di altri fattori esogeni tipo la guerra e le incertezze politiche, come motivi per ritenere che il mercato sia “pericoloso”.
Noi vorremmo porre in evidenza tre fattori altrettanto o forse di più pericolosi rispetto quelli sopra citati e sicuramente emotivamente più percepibili:
NOTIZIA
molti si rivolgono alle notizie per determinare in quale direzione si muoverà il mercato. Però non sempre le notizie danno indicazioni in tal senso.
Diverse ricerche indicano che le notizie potrebbero essere fuorvianti, partendo da lontano già nel 1988 in uno studio condotto da Cutler, Poterba e Summers intitolato “What Moves Stock prices”, sono stati esaminati i movimenti del mercato azionario dopo importanti notizie economiche o di altro tipo (compresi i principali eventi politici) al fine di sviluppare un modello; lo studio ha concluso che “le notizie spiegano solo circa un quinto dei movimenti dei prezzi di borsa “. In effetti, hanno anche notato che “molti dei più grandi movimenti di mercato negli ultimi anni si sono verificati in giorni in cui non c’erano notizie di eventi importanti”. Hanno anche concluso che ” è sorprendentemente piccolo l’effetto di grandi notizie di sviluppi politici. . . ed eventi internazionali. ” Suggeriscono anche che: “Le risposte del mercato relativamente piccole a tali notizie, insieme all’evidenza che i movimenti di mercato di grandi dimensioni si verificano spesso in giorni senza importanti comunicati stampa identificabili, mettono in dubbio l’idea che i movimenti dei prezzi delle azioni siano completamente spiegabili dalle notizie…”.
Nel 2008, l’Atlanta Journal-Constitution, ha condotto un altro studio, in cui hanno esaminato più di 90.000 notizie relative a centinaia di titoli in un periodo di due anni. Hanno concluso che i grandi movimenti delle azioni NON erano collegati a nessuna notizia: “La maggior parte di questi movimenti non era direttamente associata a nessuna notizia e la maggior parte delle notizie non causava alcun movimento.”
Gli eventi esterni influenzano il mercato solo nella misura in cui sono interpretati dagli operatori di mercato. Tuttavia, tale interpretazione è guidata dallo stato d’animo sociale prevalente. Pertanto, il fattore importante da comprendere non è l’evento sociale in sé, ma, piuttosto, lo stato d’animo sociale sottostante che fornirà la “direzione” per la comprensione di quell’evento esterno.
Negli ultimi anni abbiamo visto eventi come la Brexit, la Corea del Nord, attacchi terroristici, cessazione del QE, danni record legati a effetti ambientali, l’attacco missilistico siriano, i tassi di interesse, l’avvento di Trump, ecc., e tutte le volte qualcuno si aspettava un crollo del mercato
In effetti, anche Dennis Gartman, analista CNBC tra l’altro, ha finalmente ammesso che abbiamo “imparato che le notizie economiche non contano finché non contano …”
Per assurdo si potrebbe equiparare una parte di coloro che prevedono gli eventi non sono diversamente dai bambini che tentano di indovinare il cambiamento della luce del semaforo dal rosso al verde. Guardano il semaforo e dicono “adesso”, cercando di prendere in tempo il cambiamento del colore. E, se non cambia, continuano a dire “adesso”. E questo va avanti forse per altre 10-15 volte, a seconda di quanto tempo impiega la luce a cambiare. Quando la luce finalmente cambia mentre coincide con uno dei loro “adesso”, presumono con orgoglio di aver colto quel momento in modo così perfetto.
C è anche un interessante recente studio dell’ European Physical Society (società che si interessa di Fisica) e che ha trovato una interessante analogia coi mercati finanziari, scienze naturali ed impossibilità di creare un modello di evoluzione per i troppi fattori influenzanti.
Resta attuale il concetto, forse un po’ sottovalutato, del DISCERNIMENTO, ovvero la consapevolezza, per quanto possibile, nella scelta, con un approccio critico nell’analisi.
BIAS
BIAS si potrebbe tradurre in pregiudizio. Ovvero un giudizio che non è fonte di analisi ma è già stabilito nella mente di un investitore o esperto, è difficicile vedere quella persona essere in grado di allontanarsi da tale pregiudizio. Come ha notato una volta Albert Einstein, “poche persone sono in grado di esprimere con serenità opinioni che differiscono dai pregiudizi del loro ambiente sociale. La maggior parte delle persone non è in grado di formarsi tali opinioni.”
Ad esempio, per stare ai giorni nostri, il mercato he registrato un crollo del 30% all’inizio dell’anno, il recency bias ha causato nella maggior parte degli investitori non solo a vendere vicino ai minimi, ma ha impedito loro di tornare sul mercato perché semplicemente “sapevano “che stava per accadere qualcosa.
SPERANZA
sul mercato abbiamo visto che molti investitori hanno venduto allo scoperto il mercato sui minimi a luglio. Che piano avevano? Che prospettive avevano? Su cosa basavano la loro strategia?
la risposta è una: la SPERANZA anche se ad agosto abbiamo assistito ad uno dei rally più forti degli ultimi anni.
In estrema sintesi le domande che ci si deve porre, nelle nostre scelte, sono:
- Permetto alle notizie di dirigere le tesi di investimento?
- Opero in base a dei pregiudizio?
- Mantengo le posizioni sulla base di una speranza?
Per ogni informazione ed approfondimento, ed il check up finanziario vi invito a contattarmi
Grazie per l’attenzione
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