“rare sono le persone che usano la mente… poche coloro che usano il cuore… e uniche coloro che usano entrambi.” Rita Levi Montalcini.
Purtroppo i fatti di questi ultimi giorni riportano alla luce una condizione che è ricorrente nella nostra esistenza:
il conflitto tra una lettura razionale ed una visione emotiva della guerra tra Ucraina e Russia che stiamo vivendo ai confini dell’Europa e che si ripercuote sui nostri investimenti.
Siamo bombardati continuamente dai media con informazioni, e ricordiamoci sempre che le informazioni rappresentano sempre un punto di vista, che accentuano la percezione emotiva della situazione.
Cerchiamo di fare un po’ di ordine:
Venerdì 4 marzo tutti i titoli dei giornali, tv, internet parlavano del crollo del 6% della borsa… come se fosse crollato il mercato nella realtà cosa è successo?
China A50 -1,62% 04/03
Nikkei 225 -2,23% 04/03
FTSE 100 -3,48% 04/03
DAX -4,41% 04/03
Dow Jones -0,53% 04/03
FTSE MIB -6,24% 04/03
Che a livello mondiale si traduce in:
Ovvero l’indice mondiale è sceso dell’1,56%, una bella differenza, una calo sicuramente, ma non un crollo. Senza considerare che il dollaro allo stesso mentre si è rafforzato nei confronti dell’euro.
Tanto che oggi, domenica 6 marzo il Sole 24 ore titola significativamente:
“Borse, perché la guerra riporta il denaro a Wall Street e sul «re dollaro»
Dall’inizio del conflitto listini europei a picco: -10% lo Stoxx 50, -13,50% Piazza Affari. Gli indici Usa invece sono positivi: S&P 500 +2,45%. Vola la moneta americana: euro da 1,13 a 1,09
il tutto fa leggere in modo differente la situazione relativa all’andamento dei mercati, sicuramente non facile, e già viziata dai cali di inizio anno legati ai timori inflattivi che hanno portato alla discesa di fine gennaio per le aspettative di risalita dei tassi legati alla crescita inflattiva.
Ovviamente non si sa l evoluzione nel brevissimo, ma tornando alla paura per gli investimenti, per cercare di razionalizzare, possiamo trarre spunto da una serie di grafici pubblicati dal giornalista Nicola Porro sul suo sito:
Sono alcuni dei principali eventi belligeranti della nostra storia recente, ed in un grafico che possa riassumerli tutti possiamo anche farne un calcolo statistico:
Ma soprattutto possiamo individuare una percezione sbagliata, che la nostra parte emotiva ci induce a semplificare:
Noi ogni volta “sentiamo” il calo come un crollo che azzera tutto, nella realtà il calo non azzera ma abbassa i livelli dei prezzi, per poi ripartire.
Per fare un esempio quando andiamo in montagna e si sale per raggiungere la vetta, durante il cammino troviamo dei sentieri in discesa, ma non torniamo mai a valle, e dopo la salita prosegue.
Ma quanto può incidere il conflitto in Ucraina sull’economia?
Secondo quanto riportano le analisi del capo economista BCE Philip Lane l’impatto sul PIL Eurozona ha stimato possa andare da -0,3 punti percentuali nello scenario intermedio fino a -1 p.p. in quello più negativo.
Si tratta di un risultato molto simile a quello stimato nel 2014 dalla Commissione UE in occasione della precedente invasione della Crimea, in realtà questo conflitto ha radici lontane, anzi si era già combattuto nel 2014, forse con un po’ eco mediatico.
Secondo quanto stimato da Lane la crescita dell’Eurozona dal 4% quest’anno, al 3%; da queste stime siamo in ogni caso sempre in uno scenario di crescita.
Grazie anche all’effetto di crescita post-pandemia, mitigante rispetto gli effetti negativi della guerra.
Il tutto considerando la localizzazione del conflitto e considerando una escalation contenuta del conflitto.
Un coinvolgimento in una terza guerra mondiale, paventato in diversi interventi sui media, porterebbe un effetto totalmente irrazionale, ritengo che neanche Putin vorrebbe essere ricordato come l’uomo della terza guerra mondiale; anzi la sua intenzione sembrerebbe quella di voler essere il rifondatore della Grande Russia come Pietro il grande e Caterina di Russia.
Uno scenario di questo tipo, ovvero di una guerra nucleare fra superpotenze, porterebbe secondo le analisi dell’università di Princeton (plan A – https://sgs.princeton.edu/the-lab/plan-a)
ad una guerra che durerebbe pochissime ore e con perdite di quasi 100mln di persone nelle prime 5 ore ed effetti successivi di fallout nucleare e di inverno radioattivo con la cancellazione del mondo come lo conosciamo. Altrimenti, oggettivamente, una guerra convenzionale non sortirebbe effetto migliore data la disparità di potenza fra i contendenti.
Permettetemi ancora una piccola digressione sul discorso energia, per chiarire quale sia la posizione di dipendenza dal gas Russo:
I dati sono relativi fabbisogno energetico sono tratti da agenda digitale
Questa la torta di ripartizione relative al gas e le fonti di approvvigionamento.
Cosa è evidente? Dalla Russia importiamo il 38% del gas che costituisce il 48% delle fonti energetiche ovvero il peso della Russia sulle fonti energetiche è del 18,24% a livello italiano, quota sicuramente importante ma non il 40% diffuso sui media e sicuramente con opportune azioni e con risparmi sopportabile dal sistema Italia, grazie anche alle riserve stoccate.
Anzi se davvero volessimo dare un segnale importante alla Russia di Putin potremmo chiudere noi i rubinetti, magari rinunciando ad un grado in casa e con risparmi sugli utilizzi, ma con una azione politicamente importante.
Cosa possiamo imparare da questi giorni?
- L’importanza della diversificazione, coprire i mercati e le valute, la diversificazione protegge dai repentini cali di alcuni mercati
- Investire per obiettivi, sapere che il nostro investimento ha un fine ed essere coscienti del lasso temporale sia esso quello di acquistare una casa, quello di avere una rendita pensionistica, quello di cambiare autovettura
- Il valore del tempo; il tempo è la variabile principale nei nostri investimenti, in quanto anche se non siamo in grado di sapere cosa accadrà a breve termine, la storia ci insegna che nel lungo abbiamo una visione più chiara
- Investire nell’innovazione, in questo caso ad esempio forse la guerra in ucraina accelererà il processo di conversione delle fonti energetiche verso fonti rinnovabili, che potrebbe essere uno spunto di investimento nel prossimo futuro.
In ogni caso mi preme fare una ultima, ma per me importante, considerazione personale, la storia ci insegna che i nostri investimenti nel tempo recupereranno e continueranno a crescere, ma le vite dei giovani e meno giovani, perse in questo conflitto, da una parte e dall’altra, come tutte le vite perse in guerra, non potranno essere recuperate.
La distruzione potrà essere ricostruita e anche forse migliorata, ma tutti i caduti nei combattimenti non potranno rinascere.
Come ha detto Albert Einstein “l’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo ha mai inventato una trappola per topi” speriamo se lo ricordino tutti.
Ed in questo caso mi auguro che la RAGIONE prevalga sugli interessi di tutti i decisori coinvolti, ed intendo proprio tutti e non solo ucraini e russi.
Solo così potremo dimostrare che la storia ci ha insegnato qualcosa e magari fare un altro piccolo passo avanti nella crescita dell’UOMO.
Per ogni informazione ed approfondimento, ed il check up finanziario vi invito a contattarmi
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